Il pane per le sigarette

Lunedì 16 ricevo posta del 21 settembre e vengo così ad avere a certezza dell’avvenuta spedizione del pacco vestiario. Titti va a scuola! Comincia una nuova fase della sua vita e vorrei tanto essere presente. Penso a tutti i miei progetti che vanno a vuoto. Credo che mi sarebbe stato possibile, se presente, far prendere a Titti quell’interesse allo studio che io non ho avuto durante la mia vita di studente – è destinato che questa triste prigionia debba protrarre i suoi affetti a lungo, nel tempo.

I bollettini ci informano che lentamente ma inesorabilmente le operazioni si svolgono secondo i nostri desideri. È imminente la conclusione dell’accerchiamento della Germania da ogni lato. Bologna è la più vicina meta degli angloamericani in Italia – poi sarà la volta di Ferrara – che risultato avranno le mie predizioni e la teoria dei vasi comunicanti? Ho ancora molte speranze e scommetto pranzi a destra e a sinistra su di una fine entro il mese – ma non ne sono totalmente convinto: probabilmente non basterà accerchiare la Germania per farla capitolare ma occorrerà andare oltre e altro tempo passerà.

Intanto i giorni passano sprecati e le notti si susseguono eterne, col duro pavimento per letto. Anche la fame comincia a rifarsi sentire, e la voglia di fumare è enorme – manco a farlo apposta il rancio è peggiorato. Al di là del doppio reticolato vi sono dei ribelli polacchi recentemente catturati. Si instaurano con essi relazioni commerciali e faccio volare al di là una cintura che mi vien pagata con 7 sigarette. Nonostante ogni proibizione gli scambi aerei si susseguono e le sentinelle bonarie chiudono un occhio e spesso arrivano a far proseguire quanto, lanciato da un braccio troppo debole, si ferma fra i due reticolati.

Il 18 ottobre, disperato per l’astinenza, cedo mezza razione di pane per 4 sigarette – e questo è grave. Il 20 ottobre vengono chiuse le relazioni commerciali con i polacchi da severi ordini con minacce di “essere sparati” dalle sentinelle senza preavviso. Vengono anche minacciate sanzioni severissime per il “furto giuridico” di corrente elettrica mediante qualsiasi apparecchio da inserirsi alla rete del lager. La fame e la voglia di fumare, durante tutta la settimana dal 15 al 22, sono non indifferenti ma la prima non è ancora da paragonarsi a quella di Deblin poiché il fisico è in buone condizioni e ricco di riserve precedentemente accumulate. Intanto le spettanze alimentari risentono della crisi generale e dei frequenti bombardamenti: lo zucchero non arriva, il pane vien diminuito e le patate anche.