16 aprile: il colonnello inglese

Il Colonnello francese assume il comando del campo. L’eccitazione è insolita e indescrivibile ma tutto si organizza e funziona come il solito. La giornata è paragonabile ad una gran festa anche perché tutti hanno tirato fuori le divise buone. Ci vengon dati i soliti viveri più 800 gr di patate che, con l’aggiunta della mia segala mi permettono di andare a letto sazio anche oggi. I francesi cominciano a faci inghiottire qualche rospo trattandoci in sottordine ed impossessandosi di tutti i controlli alimentari ecc. del campo – a noi il subire, ancora una volta – ma la gioia è tanta che non ci si bada. C’è sempre la batteria tedesca fuori del campo – non si sa niente circa l’ubicazione degli angloamericani – speriamo si facciano vivi presto.

La nostra situazione alimentare è discreta per via delle molte patate sotterrate all’esterno del campo. Ieri sono arrivati quattro camion della C.R. – pareva fossero per noi ma poi si è chiarito che erano per i francesi – momento di gioia subito finito. Ai francesi è dato così modo di spogliarci ancora un po’ a suono di sigarette. All’infermeria sono capitati alcuni canadesi ammalatisi durante il trasferimento verso Lubecca.

Il 14 passa in tranquilla attesa. L’alimentazione è discreta: sbobba con roba tolta da pacchi non recapitabili a lavoratori e 800 grammi di patate oltre al solito pane margarina zucchero.

Il 15 abbiamo una buona sbobba di patate, un pezzettino di carne, 800 di patate, 50 di formaggio. Verso sera arrivano due camion della CR per i francesi; portano via un nostro capitano medico che dovrebbe ritirare i pacchi per noi, ma fuori inizia un nutrito tiro di artiglieria e mortai. In distanza si sentono mitragliatrici. Sopra le nostre teste si sentono fischiare le granate. La musica continua per tutta la notte. Siamo preoccupati perché le batterie tedesche sparano dalle postazioni attorno al campo e temiamo il tiro di controbatteria. La notte passa quasi insonne ma senza incidenti.

Al mattino del 16 mortai cannoni e catiusce continuano la loro musica. Il rumore delle mitraglie si è molto avvicinato. Nei dintorni si vedono colonne di fumo provenienti dai villaggi incendiati e nell’aria c’è odore di benzina bruciata. Si sta verificando quanto temevamo: siamo nel centro di una battaglia. Si dice che il camion della CR sia tornato col nostro incaricato non avendo potuto passare attraverso le linee. Molto sono spaventati o almeno agitati. Io mi sento perfettamente calmo – confido nella buona stella che ci ha accompagnati fin qui e che non ci può abbandonare all’ultimo momento.

Oggi l’alimentazione comprende 1000 grammi di patate 100 di carne, 200 di pane sbobba con patate e residui pacchi. Ma mi accorgo di essere insaziabile; ho avuto fame tutta la notte nonostante gli 800 di patate mangiati in sera. Ma anche il 16 aprile deve diventare una giornata indimenticabile: alle 17 arriva nel campo un maggiore inglese. Gli spari si sentono sempre più lontani verso est. Nelle postazioni attorno al campo i tedeschi fanno saltare le riservette e se ne vanno. Il maggiore vien portato in trionfo – è un cordialone con pipa in bocca – è arrivato con un paio di soldati di scorta su una auto-camion requisita. Si dichiara contento di averci liberati, rimane a lungo col Colonnello Testa e si interessa delle nostre condizioni.

Da del “crazy” ad uno che pensa che il rientro sarà fra due mesi. Attorno scattano macchine fotografiche uscite dai più impensati nascondigli: il maggiore visita il campo francese, promette ai francesi il più sollecito rimpatrio e poi è accolto con una scena entusiasmatica dagli aviatori inglesi dell’infermeria, a base di urrà e grandi manate sulle spalle. Se ne va lasciandoci raggianti. Gli spari si allontanano sempre più verso est. Wietzendorf è occupata e la popolazione invitata a rifare i ponti saltati affinché il grosso delle truppe inglesi possa passare. Il borgomastro accompagna il maggiore come un maggiordomo.