Finalmente il pacco!

Il 23, giornata allegra per il ritiro del pacco – solita cerimonia e lieta sorpresa: trovo del pane biscotto, delle castagne, del latte condensato e del riso. Inizia, agli effetti dell’alimentazione, una era nuova in cui i risotti all’inglese, le tartine di lardo, le castagne cotte nel latte, fanno dimenticare ogni guaio. Finalmente provo la voluttà di essere sazio e con la sazietà torna il buon umore e termina l’insonnia; senza contare che la manipolazione dei cibi costituisce un gradevole passatempo.

Il 26 facciamo la fotografia a gruppi di sei, con in mano una tabella sulla quale son scritti nome e matricola, alla maniera dei galeotti di SingSing. Negli ultimi giorni di febbraio partono, a gruppi, i lavoratori che sanno il tedesco; le vociferazioni di partenza anche per noi aumentano; ma niente è sicuro ed il mese termina in bellezza perché mi arriva posta da casa: una cartolina del 7/2 in cui Renata mi da buone notizie e mi annuncia di aver spediti ben 7 pacchi. Devo rassegnarmi a considerare perso il pacco spedito il 3/1 che da ben due mesi viaggia senza arrivare – e questo, per la mia insaziabile fame, è un dispiacere non indifferente.

Marzo ha inizio sotto buoni auspici: abbiamo delle splendide giornate di sole che, col freddo dell’aria, fa pensare al clima di Cortina; le voci di rientro in Italia sono insistenti e consolanti anche se di scarsa attendibilità; lo stomaco è costantemente sazio – o quasi – e non incombe la preoccupazione del domani dato che ho provviste considerevoli che, opportunamente razionate, potranno durare fino a metà mese; e, per finire, il rancio subisce un notevole miglioramento poiché le rape e le barbabietole vengono sostituite con patate e la cucina ha possibilità di confezionare una sbobba più fissa alla sera e di darci patate lesse a mezzogiorno.