Giugno: voci di partenza

Le lunghe passeggiate servono anche ad allenare le gambe e dentro di me si va maturando l’idea che anche questo potrà servire forse fra non molto, se le faccende continueranno ad andare a rilento in questo modo. Passa così, cioè senza novità la settimana fino al 4 giugno, giorno in cui ci vien comunicato ufficialmente che Pierino il bersagliere è tornato da una visita ad Amburgo senza aver nulla combinato circa il nostro rimpatrio. Nel campo sono sorte attività propagandistiche di gusto dubbio. Si pubblica un giornale “La Civetta” e la baracca 90, con Guareschi ecc. fa delle trasmissioni umoristiche alle 20.30 di ogni secondo giorno. Le attività culturali muoiono prima di nascere, nessuno è in condizioni di calma sufficienti per dedicarcisi.

Il giorno 4 il Comandante Britannico ci sospende la libera uscita per tre giorni per aver sorpresi degli ufficiali a caccia con armi e soldati e ufficiali a bagordare con donne tedesche. Il comando italiano protesta in modo ridicolamente debole e incassa. Noi in compenso sentiamo crescere dentro di noi l’inasprimento e diventiamo anche troppo insofferenti. C’è almeno metà del campo che medita la partenza all’inglese… Intanto le giornate senza il passatempo di una passeggiata nel bosco diventano lunghe eterne e la noia aumenta. La radio italiana di tanto in tanto lascia intravedere che qualcuno si sta occupando di noi, il 5 si dice che son pronti i campi per riceverci e si indirizzano saluti ad alcuni di noi piccoli fatti che ci riaprono il cuore a qualche speranza. Ma il fatto positivo, la partenza, sia pure per spostamento, rimane un mito.

La razione inglese è rimasta ridotta ma sufficiente e comprende generalmente dai 4 a 5 etti di pane o galletta, 100 gr. di companatico carne pesce o formaggio, 30 di zucchero, 30 di margarina, 5 sigarette, 30 di latte o frutta secca. Si completa con patate crude fino all’11/06 giorno in cui terminano le scorte. Ogni giorno c’è un discreto rancio di fiocchi d’avena e farina di legumi e quasi ogni giorno ci vengono distribuiti 100 gr di detta farina cruda. Continua, ogni lunedì la commedia della lettera per casa. Continua il miglior trattamento morale e alimentare di quelli di Munster. Continua nella mia ed in altre teste il desiderio di piantarla con questa vita e tagliare la corda. La tentazione è grande e solo considerazioni pratiche mi inducono a restare – non certo fattori disciplinari.

Nella settimana dal 10 al 17 giugno giungono continue vaghe voci circa una prossima partenza ed il 15 ci vien detto ufficialmente che il piano di sgombero della zona contempla per prima la nostra partenza e che quindi essendo esaurito lo sgombero di prigionieri di altre nazionalità, dobbiamo tenerci pronti poiché si tratta soltanto di avere a disposizione gli automezzi. Circa la destinazione non si sa niente di preciso; si parla di Hannover, Monaco, Bolzano, Verona, di rientro via Svizzera ecc. sono chiacchiere, nient’altro che chiacchiere. Dal campo dei soldati continuano le spedizioni alle fattorie dei dintorni per rubare vacche. Viene organizzato un ridicolo servizio di pattuglie attorno all’ex campo SS – ma è evidente che i baldi della “Juventus” hanno a disposizione troppi argomenti per uscire a dispetto delle pattuglie o per restare direttamente fuori dalla libera uscita.

Comunque devo passare la notte dal 17 al 18 a passeggiare con Bequadro e due soldati attorno a detto campo; poco male alla fine – ma il Comando It ha trovato un modo di più di farsi malvolere e per farsi sfottere ancora una volta dalla “Civetta” che pubblica una riuscita pagina di vignette sul pattugliamento.

La sera del 18 la Baracca 90 trasmette un allegro programma dedicato al ritorno. Si passa un’ora di autentico buonumore… ma è proprio vero che prima di noi dovranno rimpatriare oltre a tutti gli europei anche i sei cinesi venditori di perle, il marinaio brasiliano addormentatosi ad Amburgo, il gatto persiano, il porcellino d’India, la vacca svizzera, e la chitarra hawaiana? Passo, di pessimo umore, il giorno di S Luigi – neppure il bagno alla cava, ove par d’essere al mare o almeno su una spiaggia – riesce a distogliermi dall’idea che sarebbe ora d’essere a casa. Circa la partenza ogni giorno escono balle nuove ma la realtà è che ancora non ci sono programmi che ci riguardino. E così continuiamo a far appello alla nostra pazienza ed ai nostri nervi sempre più esauriti per tirare innanzi senza darci alla disperazione o quasi.