Sorteggi verso Wiezendorf

L’8 novembre vengon sorteggiati altri partenti per Wietzendorf e fra essi sono Portalupi e Spaccesi. Manni riceve un altro pacco e per me niente. Il 9 novembre finalmente mi viene annunciato un pacco che ritiro poco più tardi – è di Pino e contiene il maglione verde, un po’ di biancheria, viveri e ben 8 pacchetti di trinciato – è quanto di meglio potevo desiderare.

L’11 novembre mi arriva il pacco vestiario di Renata. In esso di utilizzabile ci son solo le scarpe e le calze. Il vestito mi vien sequestrato, la biancheria mi è inutile, le cravatte fanno ridere, o meglio piangere. Anche Renata ha abboccato in pieno alla propaganda – ma almeno un pacchetto di sigarette, per consolarmi, poteva mettercelo. Faccio omaggio all’infreddolito Gaggi di una sciarpa da collo. La macchina a tiraggio forzato funziona splendidamente – la gente ride meno e comincia a chiederla in prestito – però inutilmente pochi intimi esclusi; con Manni do ogni giorno ampi giri di manovella e cucino risotti e paste asciutte. Anche la mia abilità come ciabattino si fa un certo nome – ma non ho il coraggio di chiedere ricompense e lavoro solo per gli amici. Anche dalle più lontane baracche vengono ad ammirare il fornello a manovella e mentre cucino devo continuamente dare spiegazioni ai curiosi attorno.

Il 12 novembre pare deciso che Milesi e Spaccesi debbano partire per Wietzendorf in seguito al sorteggio; Portalupi è riuscito a farsi sostituire. All’ultimo momento anche Milesi si fa sostituire e, il 14 novembre parte solo Spaccesi con grandi reciproche promesse di rivederci in Italia. Il 15 novembre per la prima volta nevica ed il cortile è trasformato in un pantano più melmoso del solito – tanto che si rimane fuori solo per lo stretto tempo delle adunate. Il vitto è peggiorato, nei giorni 13, 14, 15 vien data una sbobba d’acqua con pochi filamenti di erbe secche. Al teatro continuano gli spettacoli con gran successo ma io non ho alcuna voglia di andarci e faccio una vita tranquillissima. Ho ancora in corpo uno strascico di influenza, vinta a tempo con streptosil, che contribuisce a mettermi di cattivo umore: sono troppo abituato a star bene e il minimo malessere mi deprime.

Il 15 Gaggi viene a prendere il posto di Spaccesi – è un buon camerata in più col quale scambiare quattro chiacchiere. Nello stesso giorno cucino con Manni l’ultimo riso – dal 16 ricomincio ad essere alla razione – magra quanto mai – ma ho il conforto del tabacco e questo è già qualcosa – inoltre è sempre viva la speranza di prossimi pacchi dato che ce n’è una forte giacenza alla stazione di Bremenvorde.

Il 17 cedo il regolo calcolatore a Milesi per un pacchetto di tabacco che cambio poi con quattro etti di riso; per due giorni ancora, in società con Manni che unisce croste di formaggio ed olio, faccio la minestra. Sabato 18 arrivano pochi pacchi – per me niente. Ho sempre il polso accelerato e domenica 19 decido di interpellare il dottore che è con noi in baracca – mi misurerà di tanto in tanto la febbre. Per tutta la settimana i ranci, a base di verdura secca e rape, son stati scadentissimi, spesso immangiabili – naturalmente questo coincide con un’offensiva per il lavoro la cui alternativa ci vien offerta durante un’adunata.

Il 19 vien dato un elenco di partenti per Wietzendorf. Fra di essi figura Tranquillini e non ci sono possibilità di sostituzione in quanto i nomi son stati dati dal Comando Tedesco. Così almeno ci vien detto e dobbiamo far finta di crederci anche se sappiamo che in realtà si tratta del Comando Italiano che non vuol seccature. Pare che il Comando Italiano abbia preso una decisa ostilità nei nostri riguardi tanta buona volontà ci mette nel non favorirci e nel non tutelare i nostri interessi.