Giorni sciupati

Nel campo si moltiplicano i casi di pidocchi e si vive in tale continuo terrore. Noi non abbiamo mai fatto un bagno da quando siam qui e gli altri da 6 mesi non ne fanno. Solo alcune baracche hanno fatta la disinfestazione. Anche coll’acqua fredda non è facile lavarsi poiché essa viene erogata solo per breve tempo nella mattina. Il problema della biancheria da lavare è poi insolubile – non la lavano e non danno a noi modo di lavarcela. Chi teme le correnti d’aria e d’acqua del lavatoio sulla pelle nuda comincia ad essere manifestamente sporco. Mi sono abbastanza abituato al duro giaciglio e dormo più che nei primi giorni – ma non molto.

Il tempo è sempre piovoso, – le giunture dolgono per il perenne bagno di umidità – ma non freddo. I giorni continuano a trascorrere fra chiacchiere inutili, un po’ di studio, letture e bridge, vuoti di ogni degno significato, miseramente ed irrimediabilmente sciupati.

1 Novembre – il giorno dei santi – comincia con un po’ di sole e con un elenco pacchi nel quale il mio nome non figura. A mezzogiorno tento di fare un minestrone aggiungendo riso al rancio ma la torba è bagnata – ho una maledetta voglia di fumare. La razione di patate è diminuita ed al suo posto danno delle rape legnose ed immangiabili. Sono indicibilmente stanco di fare il prigioniero.

I primi giorni di novembre portano la partenza di uno scaglione per Wietzendorf, la cattura di cento pulci in una notte da parte del capitano Merlo, la continuazione del tempo piovoso, le repliche della rivista e dello spettacolo dialettale milanese al teatro e l’inizio di uno spettacolo presentato dagli artisti di Oberlangen che ottiene molto successo. Continuano pure gli arrivi di pacchi e la mia scalogna, la fame e la voglia di fumare alla quale mi vado abituando, la durezza del pavimento come giaciglio e l’ammaccatura delle ossa. Nell’alimentazione sono entrate con regolarità le rape da foraggio in parziale diminuzione dei cavoli, e questo è triste perché sono immangiabili, per il resto nessuna novità.

Passiamo una piacevole serata ascoltando Guareschi che ci legge un Bertoldo parlato, fatto parafrasando il vero Bertoldo, naturalmente ispirato a fatti della prigionia. Continuo la mia attività di ciabattino a favore di chi capita e, novità, inizio la fabbricazione, con Manni, di una stufa a tiraggio forzato, composta di un complicato meccanismo, ispirata alla necessità di far bruciare la torba umida e terrosa. Il complicato meccanismo suscita ilarità e commenti da parte di tutti, ma al collaudo dimostra di raggiungere pienamente i suoi scopi; l’inconveniente è che bisogna girare la manovella che aziona il meccanismo per tutta la durata della cottura.