Lo spaccio del Campo

Ai primi di febbraio vien data la notizia secondo la quale coloro che hanno chiesto di lavorare stanno per essere sistemati in un altro campo. Questo fa sperare che la nostra richiesta sia stata presa in considerazione e che la nostra vita stia per cambiare. Ma i russi incalzano dall’est e oggi, 5 febbraio, circola una voce secondo la quale il campo di Deblin dovrà essere sgombrato fra breve. Si aggiunge che lo sgombero avverrà in ordine di grado e, tra pari grado, in ordine alfabetico. Questo significherebbe, per me, essere separato dal resto del gruppo e continuare la prigionia senza il conforto di avere degli amici vicini. Inoltre noi sappiamo che lasciamo qui una cameretta abbastanza ospitale e andiamo verso l’incognita del nuovo alloggio che potrà essere costituito dalla baracca solita, a cinquanta o più posti. Poi c’è la prospettiva di un viaggio a digiuno in chissà quali condizioni. Ci sarebbe di che avvilire gente meno rassegnata di un Kriegsgefangen.
In compenso oggi abbiamo avuta una lauta distribuzione di generi a pagamento da parte dello spaccio del Campo. Lo spaccio è un’utilissima istituzione, fatta funzionare da ufficiali italiani sotto la sovrintendenza tedesca. Esso pare che abbia lo scopo di vendere a noi tutto ciò che non trova acquirenti in Polonia. Gli articoli in vendita sono, di solito, spazzole, spazzolini da denti, pasta dentifricia, crema per barba, profumo, block notes, lucido da scarpe, polvere insetticida, inchiostro ed altre chincaglierie di scarsa utilità. D’alimentare vi sono dei budini insapori, del pepe in dosi minime e dei biscotti in poderose razioni di 30 gr. a testa. I prezzi sono convenientissimi solo se paragonati a quelli del mercato nero – basti considerare che i 30 gr. di biscotti costano circa 4 zloti, cioè 20 lire. Il pagamento avviene per addebito della scheda personale in contrapposto ad un accredito mensile che non so a quanto ammonti esattamente.
Avviene, ad ogni distribuzione di generi di spaccio, che a tutti occorrano le stesse cose. Quindi si procede alla distribuzione per sorteggio e ne consegue che, a chi occorreva del dentifricio, capita un pettine tascabile per la misera moneta di 10 zloti, mentre, a chi chiedeva inchiostro, la sorte assegna un tegamino smaltato per il modico prezzo di 60 zloti pari a 300 lire.
Ad ogni modo si compera tutto quanto ci viene offerto, ciò che non serve al singolo serve alla comunità e, dato che quanto ci vien accreditato non può essere usato diversamente, tanto vale spenderlo male. Nel prezzo poi va tenuto presente che è compreso il divertimento dell’estrazione a sorte e della decifrazione di istruzioni per l’uso di insetticida, budino ecc. scritti in lingua polacca.