Abiezione e bassezza

È l’individuo che, passata la vita come ufficiale affettivo, passata la vita ad istruirsi e ad istruire per la guerra, dopo essersi atteggiato a uomo superiore ai suoi soldati fino a disprezzarli, dopo aver trovato a ridire su ufficiali della cultura e rettezza di Brunello, dopo aver approfittato del grado per ogni sorta di azioni, al momento del pericolo abbandona il reparto – e sono circa settecento uomini – dopo averlo disarmato – per mettersi al sicuro. È appoggiato, in questo piano ignobile, dal marito dell’amante.

La sua posizione, il suo comportamento di fronte al Battaglione e tutto quanto di abiezione e di bassezza l’ha portato a tale determinazione mi danno un senso di invincibile ripugnanza. Credo che quell’uomo, in quel momento fosse per conto mio meritevole di qualsiasi punizione e senza alcuna meraviglia ho osservato il gesto di Vecchia che, tirata la pistola dalla custodia, gliela punta contro. Ma Rebecchi gli ferma il gesto trattenendolo a forza. Io esprimo il mio disprezzo lanciandogli il termine più volgare che mi viene alle labbra, ma neppure il mio “merda” lo fa reagire. Semplicemente per giustificarsi, balbetta vaghe parole di promessa di far fuggire anche noi dopo essersi messo in salvo. Ma ben sappiamo che resteremo coi soldati; non gli badiamo e rientriamo al campo.